Meditazioni bibliche

 

RITORNIAMO ALLA GUIDA DELLO SPIRITO SANTO

 

Periodi come questi, come già annunciato dalla Parola di Dio, sono all’insegna di un impoverimento spirituale poiché il degrado in cui sta sprofondando il mondo, lentamente si sta insinuando anche nella Chiesa di Dio. Matteo 24:12: “Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà”. Nostro malgrado, stiamo spesso assistendo, da parte di molti credenti, a comportamenti non conformi a quelli che ci vengono impartiti dal Vangelo (il quale ci sprona a seguire le orme di Gesù); ad ogni problema che si presenta durante il cammino, sia spirituale che materiale, si cerca sempre di trovare una soluzione attingendo al proprio bagaglio culturale e contando solamente sulle proprie forze, non permettendo così, allo Spirito Santo, di agire e di essere la sola guida per adempiere alla volontà di Dio, per l’edificazione della Sua chiesa. Eppure Gesù, nel Vangelo di Giovanni 16:13, ci lasciò un altro insegnamento: “Quando però sarà venuto Lui, lo Spirito della verità, Egli vi guiderà in tutta la verità”. E sottolineiamo “Egli”. Nonostante questa consapevolezza, con molta facilità quando, nella chiesa, un credente si trova in condizioni particolari (malattie, difficoltà varie, problemi familiari etc.), alcuni, senza indugio, usano imporre le mani, non chiedendosi, minimamente, se il loro gesto è guidato dalla volontà di Dio. Con questo modo di agire, naturalmente, non si ottiene alcun risultato anzi, i credenti sottoposti a tutto questo finiscono, non solo con il vedere le proprie aspettative deluse ma anche con il sentirsi in colpa perché accusati di non avere abbastanza fede per ottenere, dal Signore, la risposta desiderata. Perché accusati? Perché coloro che di propria iniziativa hanno imposto le mani, invece di riflettere sul perché il Signore non si è usato di loro, scaricano la colpa su chi già porta sulle spalle dei pesi gravosi. Che fare allora? Nulla di strano o difficile: pieghiamo le nostre ginocchia di fronte a Dio ed attendiamo, come ci dice il versetto sopra citato, la guida dello Spirito Santo, il solo che può lenire ogni nostro dolore e guidarci a fare tutto ciò che il Signore ci comanda. Questo dovrebbe essere il comportamento di un credente. Purtroppo, però, alcuni, ancora oggi, si ostinano anche dopo tanti anni di fede e dopo tanti insuccessi, a comportarsi in questo modo senza porsi la domanda: è il Signore che mi guida? Non contenti, quando si accorgono che il Signore sta operando su un Suo figliolo si affrettano ad intervenire, facendo degli appelli ed alzando il tono di voce, sperando che questo modo di fare aggiunga del “pathos” all’opera di Dio… Questo comportamento, certamente non dettato dallo Spirito Santo ma dalla carne, non fa altro che disturbare l’opera del Signore, creando ansia e turbamento. Facciamo attenzione perché la Parola di Dio ci ammonisce a tal riguardo. Galati 3:3:Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?”. Lo Spirito Santo opera in maniera delicata e diretta, senza creare né turbamenti né situazioni imbarazzanti. E’ cosa buona perciò, quando ci riuniamo in preghiera e vediamo che il Signore benedice il Suo popolo, rimanere ognuno al proprio posto senza avvicinarsi a coloro che stanno ricevendo l’unzione da Dio, a meno che lo Spirito Santo, e solo Lui, non ci guidi a farlo. Ricordiamoci sempre che Dio non ha bisogno del nostro aiuto, lasciamoLo operare e non dimentichiamo mai che chi edifica la Chiesa è Lui solo. Esiste, poi, un’altra categoria di credenti eccessivamente zelanti, preoccupati, anche loro, di dover, in qualche modo, aiutare l’opera di Dio: quelli che, durante l’effusione di Spirito Santo, cercano, innalzando un cantico o una preghiera, di attenuare ciò che, a loro parere, è un eccesso di emotività che, sempre a loro parere, può recare disturbo e confusione alle persone che, da poco, si sono accostate a Dio. Veramente crediamo che l’Iddio che ha dato Il Suo Unigenito Figlio per la nostra salvezza facendoLo morire inchiodato sulla croce e che, ancora oggi, spande il Suo meraviglioso Spirito Santo sui Suoi figli possa, nello stesso momento, anche scandalizzarli? Facciamo attenzione a non intralciare l’opera di Dio e a non ostacolare l’effusione di Spirito Santo. 1Tessalonicesi 5:19:  Non spegnete lo Spirito”.

 

Ma andiamo avanti, perché non è finita qui! Continuando sull’argomento di credenti eccessivamente zelanti ne troviamo alcuni che, seppur inconsciamente, vogliono prendersi il merito della conversione di alcune anime e li riconosciamo da alcune loro affermazioni: “Certo che ci hai fatto sudare per convertirti!”, “Lo so io quanto ho pregato prima che ti decidessi a venire al culto!”, “Se non ci fossi stato io a pregare per te e a spingerti, quando mai avresti piegato le ginocchia davanti a Dio!” Stiamo attenti a ciò che diciamo perché, senza dubbio, dobbiamo pregare e spingere le persone ad accostarci al Signore ma, continuiamo a ripeterlo, l’opera è solo ed esclusivamente di Dio ed è per Suo merito che tutti abbiamo la possibilità di essere salvati. Quindi, cari fratelli, asciughiamoci tutto il sudore che abbiamo perso per l’opera di convinzione e continuiamo a lavorare nel campo del Signore con semplicità ma, soprattutto con umiltà. Colossesi 3:12: Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza”.Tocchiamo, ora, un altro argomento sensibile: il canto. Musica e canto hanno un ruolo importante durante la riunione di culto ma, troppo spesso, vengono usati in maniera impropria. Domanda: quante volte ci è capitato di sentire dei credenti, durante l’esecuzione di un canto di lode, ripetervi sopra le parole recitandole con enfasi? Molte volte! Sicuramente provoca un impatto emozionale molto forte che, però, rimane solo ed esclusivamente emozionale! Se ripetere, parola per parola, le strofe di un cantico portasse veramente benedizione, sarebbe un metodo da prendere seriamente in considerazione anche per altri momenti della riunione di culto. Perché, allora, non applicarlo durante la preghiera? Un fratello prega ed un altro, senza l’aiuto di nessun effetto audio, si dispone a riprodurre un effetto eco! Oppure, ancora meglio, durante lettura e la predicazione della Parola di Dio? Il predicatore parla ed un altro credente ripete tutte le sue parole con più enfasi, interrompendolo a più riprese! Sicuramente non sarebbero apprezzati e verrebbero immediatamente fermati, accusati di fare confusione e di intralciare l’opera di Dio. E sarebbe giusto, ma sarebbe, altresì, giusto usare la stessa accortezza anche durante l’esecuzione dei canti che, ricordiamolo, sono momenti dedicati alla lode ed all’adorazione del nostro Dio. Colossesi 3:16: “Cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali”.Esiste un tempo per il canto, uno per la testimonianza, uno per la preghiera ed uno per la predicazione; abbiamo libertà di esprimerci in ogni cosa purché sia fatto con ordine e, soprattutto, sotto la guida dello Spirito Santo. Purtroppo, però, quando si parla di libertà nello Spirito si tende ad esagerare ed a prendersene un po’ troppa! Si inizia, così, a sentirsi autorizzati a prendere delle iniziative ed a personalizzare il servizio a Dio, ed, ancora una volta, deviamo dalla guida dello Spirito Santo! Non lasciamo il Signore fuori dalla porta, non dimentichiamo che siamo Suoi servitori, seguiamo sempre le Sue indicazioni e ricordandoci quello che ci dice il Vangelo di Luca 17:10: Così, anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare”.Noi siamo servi inutili ma non nel senso negativo del termine, semplicemente l’opera è di Dio, non nostra. Noi siamo a Sua disposizione per qualsiasi compito Egli voglia affidarci, e siamo in obbligo di farlo, un obbligo che nasce dall’amore profondo che Egli ha dimostrato verso di noi mandando Suo Figlio Gesù a morire sulla croce per la nostra salvezza ma anche dall’amore che noi proviamo per Lui e che ci spinge a cercare, ogni giorno, la Sua approvazione. Restiamo, dunque, fermi ed attendiamo scrupolosamente l’ordine che ci viene dall’alto senza prendere iniziative che ci porterebbero, sicuramente, verso una via non conforme alla volontà di Dio. Pesiamo ogni nostra parola prima di pronunciarla: gli anni di fede, a volte, ci fanno essere troppo sicuri di noi e pensiamo di poterci permettere di agire secondo le nostre vedute ma, quando sproniamo gli altri ad essere sottoposti alla guida dello Spirito Santo, assicuriamoci di esserlo noi per primi!

 

Un altro aspetto a cui dobbiamo prestare molta attenzione è quello della divisione della chiesa. Non sempre le divisioni sono avvenimenti eclatanti, fratture insanabili provocate da forti contrasti e dissapori, a volte si presentano sotto l’aspetto di una religiosità accattivante, di una mentalità più aperta condita da musica più moderna, da personaggi che girano per le chiese presentando questo loro “nuovo” approccio alla spiritualità e sottraendo anime alle loro comunità di appartenenza. In questo modo, creano nuove chiese dai nomi più disparati presi, per lo più, dalla Parola di Dio, possibilmente in lingua ebraica, per creare un maggiore impatto emotivo. Romani 16:17: Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro. Altre volte, invece, si formano divisioni interne quando, partendo sempre da buone intenzioni, si creano dei gruppi separati con l’intento di dare vita a varie associazioni a scopo benefico senza, però, coinvolgere tutta la chiesa perché non ritenuta in grado di operare nel modo, da loro, ritenuto opportuno. Ed è così che sorgono lamentele sia da parte dei credenti non coinvolti che da quelli coinvolti: gli uni perché, sentendosi esclusi, prendono le dovute distanze, gli altri perché a quel punto non si sentono più accettati! Come possiamo parlare al mondo dell’amore di Dio e pensare di poterlo aiutare quando non siamo in grado di farlo tra noi credenti? Questo non significa, naturalmente, che siamo contrari ai centri di aiuto umanitario ma cerchiamo, per quanto possibile di farlo attenendoci all’insegnamento biblico: 1Corinzi 1:10: Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire”. Unione e collaborazione, consapevolezza che ognuno ha qualcosa da dare o da condividere, qualcuno di più, qualcuno di meno, ma tutti possiamo essere collaboratori nell’opera di Dio. La Parola di Dio ci insegna che siamo tutti membra di un unico corpo il cui capo è Cristo. Romani 12:5: “Così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro”. E nessun membro, per quanto possa trovarsi in posizioni più rilevanti, è più importante o più necessario di un altro: 1Corinzi 12:22: Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie”. Un braccio lungo e forte che termina con una mano a cui manca il mignolo perde la sua presa! Ricordiamoci che non ci sono braccia, gambe o mani che possano lavorare singolarmente, per ottenere buoni risultati tutto il corpo deve muoversi all’unisono, sempre, ed ancora sottolineiamo sempre, sotto la guida dello Spirito Santo. L’ultimo aspetto che vogliamo analizzare è quello della comunione fraterna. Tutti annunciano l’importanza della comunione tra le comunità ma pochi sono coloro che si adoperano veramente a tale scopo, numerose sono le predicazioni inerenti a questo argomento ma in realtà, sono pochi i contatti fraterni. Adoperiamoci per l’unione della chiesa! 1Giovanni 1:7: Ma se camminiamo nella luce, com'Egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, Suo Figlio, ci purifica da ogni peccato”.Se qualcuno pensa di aver ricevuto qualche torto ricordiamoci che il Signore ci ha detto di perdonarci gli uni con gli altri. Colossesi 3:13: Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi”. Se prima di predicare l’unione non ci riconciliamo con nostro fratello, invano annunciamo il lieto messaggio dell’Evangelo, le nostre parole rimarranno sterili, rimarremo sempre più isolati fino a diventare, non più dei movimenti per la gloria di Dio, ma solamente dei monumenti. In conclusione vogliamo sottolineare che lo scopo di queste brevi riflessioni non vuole essere quello di demonizzare tutto ciò di cui abbiamo parlato (l’imposizione delle mani, gli appelli durante il culto, l’adoperarsi a portare le anime a Dio, il ripetere le parole di un cantico, i gruppi di aiuto umanitario, ecc.) poiché il Signore può sicuramente manifestare la Sua opera e la Sua potenza in ognuno di questi casi, l’importante è non far diventare regola umana ciò che, invece, è, e rimane, intervento divino (es: il Signore spinge un Suo figliolo e lo guida ad imporre le mani per un’opera di guarigione, liberazione o, magari, battesimo e poi, lo stesso figliolo si sente autorizzato a farla diventare una pratica comune in ogni riunione).

 

Fratelli: Ritorniamo alla guida dello Spirito Santo!